DIBATTITO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI PER UNA CITTA' INTERNAZIONALE

venerdì 26 maggio 2017

LA FORMAZIONE DI UN EUROPA A GUIDA TEDESCA - Carta inedita su un tema presentato al nostro incontro sul FUTURO ECONOMICO DI TRIESTE


La Carta inedita presentata questa settimana da Limes On Line illustra un tema introdotto al  nostro convegno sul FUTURO ECONOMICO DI TRIESTE  dall' ultimo relatore (clicca QUI).

E' evidente come l' inserimento di Trieste e del suo Porto Franco Internazionale, che lavora al 90% con l' Europa centrale e orientale, all' interno della catena di valore tedesca abbia conseguenze sia economiche che geopolitiche.


Presentiamo ai nostri lettori l' articolo e la carta che sono disponibili in rete solo agli abbonati.



Geuropa divide l’Italia?
carta di 


La carta inedita della settimana è dedicata alla formazione di un’Europa a guida tedesca e alle sue conseguenze sul destino dell’Italia.



Nei prossimi anni la Germania potrebbe formalizzare nel cuore dell’Europa la propria sfera d’influenza ristretta a quei satelliti regionali che partecipano alla sua catena del valore. Questa sfera, qui indicata con il nome di Geuropa, potrebbe avvalersi di una nuova moneta, il Neuro (inteso come “euro del Nord”), e preparare Berlino alla sfida con gli Stati Uniti.

Il puntellamento dell’Europa germanizzata è per Berlino, in continua oscillazione tra il ruolo di perno continentale e la chiusura nello Stato nazionale, un dilemma più vivo che mai.

La realizzazione di un’Europa a più velocità per rinsaldare la casa comunitaria, nonostante le falle strutturali, diverrebbe in concreto l’accorpamento in un organo geopolitico di quei paesi che compongono il sistema produttivo tedesco e l’area culturale della mitteleuropa.

Parafrasando le parole dello scrittore boemo Milan Kundera, quella mitteleuropa che non è Stato, ma che da cultura si fa destino, i cui confini immaginari mutano e vengono ridisegnati, a seconda della necessità storica, in soggetto geopolitico.

Geuropa come evoluzione di quella Kerneuropa esplicitata già nel 1994 dai cristiano-democratici Wolfgang Schäuble e Karl Lamers.

Austria, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Repubblica Ceca e Slovacchia verrebbero tutti integrati in Geuropa.

Integrazione che provocherebbe conseguenze anche lungo i confini esterni. Sul fronte sud-orientale si creerebbe, infatti, una faglia in funzione antiturca, il cui principale obiettivo sarà quello di impedire l’influenza di Ankara sui Balcani e tra le comunità di immigrati anatolici.

A beneficiare di ciò sarà il rapporto con la Russia, direzionato verso un duplice obiettivo: da una parte rendere mansueta la Polonia, dall’altra impedire una possibile intesa tra Mosca e Parigi.

La Francia resta l’unica incognita in questa divaricazione dello spazio teutonico. Parigi sarà costretta a decidere se fungere da gregario di Berlino in Geuropa o se porsi a capo della restante Europa, che rimarrebbe comunque a forte influenza tedesca.

A uscirne spaccata sarebbe invece l’Italia. L’Italia del Nord, caratterizzata da un alto livello di sviluppo manifatturiero, tende infatti alla mitteleuropa per inerzia economica e risulta industrialmente inserita nella filiera produttiva tedesca. L’integrazione a Geuropa ridurrebbe inoltre il rischio che la nostra economia possa destabilizzare fino a far implodere l’intero sistema comunitario.

L’adesione a Geuropa di quella porzione di territorio a nord dell’ex linea gotica rischierebbe di divaricare ancor di più la forbice tra Nord e Sud del paese (in qualche modo specchio di quella tra Italia e resto d’Europa).

Sancendo una spaccatura a quel punto sia formale che sostanziale: il Settentrione produttivo a definire il limes germanico e il Meridione “cicala” aggregato a una macroregione mediterranea.

Testo di Lorenzo Noto.


L' intervento al convegno sul futuro dell' economia che propone verso la fine alcune tematiche geopolitiche



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